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Il biscotto del pellegrino

Il biscotto del pellegrino

LA STORIA DEL BISCOTTO

Nei secoli passati e soprattutto nel medioevo, la città di Palermo è stata una delle tappe principali del percorso che si snodava lungo la Sicilia fino a Messina e, da qui, proseguiva verso Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme.

L’antica trama viaria era utilizzata come via di pellegrinaggio e, per questo, era considerata parte della via Francigena.

Lungo la via Francigena sorgevano numerose strutture, dette hospitalia, dove i pellegrini trovavano accoglienza e cure.

Qui, questi uomini coraggiosi che, per raggiungere la salvezza dell’anima, avevano abbandonato il proprio lavoro e il calore della famiglia e che avevano affrontato sacrifici e pericoli lungo strade malsicure, potevano finalmente sostare alcuni giorni, rifocillarsi e condividere fraternamente le loro esperienze.

Per secoli, la via su cui si trova la Chiesa di Santa Cristina la Vetere è stata solcata dal passo dei pellegrini che venivano ospitati presso le costruzioni adiacenti alla Chiesa dalla Confraternita dei Rossi che, in loro nome, ha fondato l’attiguo e ormai sconsacrato Oratorio dei Pellegrini. 

In memoria dell’antica tradizione di ospitalità dei pellegrini, l’Associazione ITIMED offre ai visitatori la possibilità di degustare il “Biscotto del Pellegrino”: un biscotto al lievito a forma di “S”. La ricetta del biscotto è stata individuata sulla base degli studi del Prof. Basilio Arona, importante studioso delle tradizioni gastronomiche siciliane e autore del testo “La cucina della via Francigena”.

Il libro comprende una accurata raccolta di ricette, la cui conoscenza ci è stata tramandata dai Padri Basiliani, Francescani, Conventuali, Cappuccini, Agostiniani, Carmelitani e dalle Suore Benedettine e Clarisse e che il Prof. Arona ha minuziosamente ricostruito, attraverso lunghe ricerche d’archivio. Il biscotto, denominato “Viscotta a lievitu”, è fatto di ingredienti semplici e facilmente reperibili (farina, uova, sugna, zucchero, lievito, limone), di cui il Prof. Arona elenca le giuste dosi nel suo libro.

Con questa iniziativa, che sempre piacevolmente sorprende i visitatori, odierni pellegrini, l’associazione ITIMED vuole inoltre contribuire alla salvaguardia della conoscenza del nostro territorio che, come ormai riconosciuto, passa anche attraverso la tavola, da sempre luogo di scambio e condivisione.

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